La via di mezzo: elimina i conflitti interiori

la via di mezzo

La via di mezzo è il sentiero che conduce a trascendere la dualità.

Secondo la tradizione, sull’antico tempio di Apollo a Delfi c’erano incise tre frasi. Una di queste recitava medèn àgan, “nulla in eccesso”, un concetto che può risultare mediocre a qualcuno, mentre per altri essere illuminante.

Ogni scelta comporta una miriade di conseguenze impossibili da prevedere.

Prendere la decisione giusta è impossibile perché il giusto rischia di essere un concetto astratto, eccessivamente personale oppure profondamente culturale; inoltre, dato l’infinito intrecciarsi delle proprie azioni con quelle degli altri, non possiamo mai avere la certezza di cosa accadrà realmente.

Percorre la via di mezzo ci permette però oltrepassare preferenze e discriminazioni, evitando gli estremi. Tale percorso include in sé ogni cosa, nel senso che non discriminiamo nulla, ma ci teniamo anche a una distanza di osservazione per non esserne invasi.

Personalmente ho trovato sempre molto difficile rimanere su questo sentiero, pacifico, neutrale. Mi sembrava di spegnermi, di perdere le mie caratterizzazioni e, sinceramente, anche di annoiarmi per un preconcetto di mediocrità e basso profilo.

Si crede di potersi liberare dai nostri pensieri ricorrenti pensando di più, cercando soluzioni cognitive che però rimangono solo concetti, buone intenzioni e aspirazioni che difficilmente si traducono in atti e in pensieri nuovi.

Ma non avevo compreso tre cose:

1) Scegliere una polarità rispetto ad un’altra e soggiornarvi, è davvero stancante.

Sei sempre in guerra, in un conflitto interiore mentre tenti di governare i tumulti emotivi. Cerchi di uscire dai tuoi schemi di pensiero abituale, dalle paure, dalle nevrosi pretendendo di continuare a pensare e, quindi ad agire, nello stesso modo di prima (si pensa di liberarsi da questi schemi pensando di più, cercando soluzioni cognitive che però rimangono solo concetti, buone intenzioni e aspirazioni che difficilmente si traducono in atti e in pensieri nuovi; pensiamo che avendo compreso qualcosa possiamo agire in tal senso, ma non è (sempre) così o così immediato e per questo si ricade sempre negli stessi errori). Ad un certo punto, se sei fortunata e comprendi tutto questo, ti annoi. Così, nelle polarità che prima di facevano sentire viva ti annoi, ti prosciughi.

2) L’esperienza è una forma di interpretazione della realtà, sempre.

E quindi per sua natura non è la realtà né tanto meno la Verità (ammesso e non concesso che la Verità esista o che noi siamo in grado di accoglierla). La polarità tra realtà e esperienza è probabilmente all’origine delle altre polarità che creiamo nella nostra mente: bene e male, amore e odio, giusto e sbagliato, felice e triste, ecc. Anche nell’ambito della pratica è facile affezionarsi alle dicotomie: illuminazione/delusione, attaccamento/distacco, verità/finzione.

3) La via di mezzo soffre delle nostre concettualizzazioni del mondo.

Con la pratica ho scoperto che essere nel mezzo significa essere in equilibrio, stabili e in grado di osservare e valutare le polarità. Il cammino della via di mezzo è un cammino ricco e interessante, fatto di curiosità, di attenzione, di originalità, e perciò è anche molto stimolante: lo sto esplorando e ve ne parlerò ancora.

yogaś citta vṛtti nirodhaḥ, lo yoga quieta i vortici della mente  – Patanjali, Yoga Sutra I-2

Se meditiamo tutti i giorni, piano piano, il solco fondamentale che separa la realtà dall’esperienza emerge: rimaniamo e contempliamo il momento presente, tra il passato e il futuro.

Rendiamo sacro il qui e ora. Rendiamo sacra la nostra vita.

E permettersi di comprendere che nulla è mai statico, che tutto è movimento e cambia, momento dopo momento, è una benedizione che riempie il cuore, nutre profondamente lo spirito e il corpo.

Riconoscerci senza restare agganciate alle idee che per varie cause ci siamo fatte di noi stesse, magari accettare in alcune occasioni abbiamo agito da sciocche o che abbiamo fatto qualcosa di cui ora ci pentiamo, è fortemente liberatorio.

Le cose tendono a tornare a un naturale punto di equilibrio, se solo lasciamo andare le nostre idee preconcette su di esse.

Affrontare con saggezza gli aspetti dualistici che la vita quotidiana ci pone è possibile.

Camminare nella via di mezzo è illuminante.

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