La mia storia con la pratica yogica inizia nel 1996. C’era un centro ad Assisi, in via Santa Maria delle Rose, un posto molto speciale e suggestivo che ora non c’è più, con una piccola fontana in pietra viva, incensi di sandalo e offerte di fiori a tutte le immagini dei grandi maestri spirituali, un luogo in cui si poteva andare per sedere e trovare un po’ di silenzio o praticare Hatha Yoga.Alle volte uscivo dall’università e invece di rientrare a casa con le mie compagne di appartamento andavo lì, in quello spazio senza tempo. Lì per la prima volta ho sentito chiaro il collegamento tra me, gli altri e il mondo, la mia appartenenza alla coscienza universale. Lì sbocciò in me la sensazione di essere una creatura ricevente: di ricevere la vita attraverso il respiro, ricevere i miei pensieri dall’immersione nel mare del presente, ricevere la coscienza attraverso le mie relazioni con gli altri e con il mondo circostante.
In seguito proseguii con lo Yoga Ratna, che mi affascinava per il suo simbolismo, per passare poi al Kundalini Yoga, che mi ha affascinato per la sua capacità di equilibrare corpo e mente. In realtà avevo iniziato a seguire lo yoga già da piccolissima, che ricordi verso i due anni, con mia madre che praticava da autodidatta a casa mentre la guardavo curiosa e con stupore.
Mi sono diplomata insegnante di Kundalini Yoga nel 2010, nel 2014 ho conseguito la specializzazione per l’insegnamento ai bambini e nel 2019 mi sono appassionata e formata anche allo Yin Yoga. In questi anni ho conseguito dei master di secondo livello su argomenti specifici e utilissimi, secondo me, per poter fornire un supporto strutturalo e completo alle donne con cui lavoro: vitalità & stress, mente &meditazione, cicli di vita & stili di vita, comunicazione consapevole, relazioni autentiche.
Ho incentrato i miei studi sulle relazioni perché ritengo che siano la via più diretta per sviluppare coscienza di sé e quindi affinare il proprio contatto con il divino. Lo yoga d’altra parte, così come dice la parola (yoga infatti significa ‘unione’), altro non è che una disciplina per il raggiungimento del pieno contatto con sé stessi, con gli altri e di conseguenza con la divinità, a prescindere da come la si voglia caratterizzare. Lo yoga permette di mettere in relazione il proprio corpo con il sentire e approfondire come questi si influenzino reciprocamente.Anche per questo ho scelto di frequentare una scuola di psicosomatica: per conoscere meglio le reazioni fisiche (ormonali e muscolari) e mentali ad alcune sollecitazioni fisiche o situazionali, per conoscere le implicazioni dell’omeostasi sulla salute psicofisica. Scoprendo come ogni situazione e l’ambiente in cui nasciamo e poi viviamo plasma il nostro comportamento e stato del sentire, mi sono interessata al modello sistemico relazionale.
Quando sai come funzioni, sai anche come poter agire per vivere con consapevolezza e perciò felicemente.