Lo yoga considera l’essere umano come un insieme di corpo, mente e anima che interagisce, attraverso i chakra e i dieci corpi, con l’Universo di cui è parte.
Abbiamo già parlato in altra occasione dei chakra, ma cosa sono i dieci corpi?
L’anatomia yogica ci spiega che l’essere umano è costituito da dieci corpi, il cui corretto e armonioso funzionamento forma un undicesimo corpo.
“Tutti e dieci i corpi influiscono sul corpo fisico, gli umori, l’attività, la proiettività, il completamento dell’azione e la creatività.” – Yogi Bhajan
I dieci corpi sono dieci aspetti dell’essere umano considerato nella sua totalità di corpo, mente e anima. Sono dieci stadi di consapevolezza che si palesano nella manifestazione fisica ed energetica.
“Se capisci che sei questi Dieci Corpi e sei consapevole di questi Dieci Corpi e li tieni in equilibrio, l’intero Universo sarà in equilibrio con te.” – Yogi Bhajan
Cerchiamo quindi di capire, uno per uno, cosa sono e come funzionano.
Il 1° corpo: l’anima
Secondo gli insegnamenti yogici, l’anima, come parte dell’Infinito, è immortale e accetta di limitarsi in un corpo fisico per potersi manifestare durante l’incarnazione terrena e, con questo, tendere alla realizzazione del proprio destino. Un problema sorge quando, durante la vita sul pianeta, le si impedisce di manifestarsi pienamente, vivendo secondo il proprio ego disfunzionale (ovvero l’insieme di personalità, schemi, preconcetti, credenze e attaccamenti terreni) e non si è in grado di lasciarsi guidare dalla sua voce e dalla sua intuizione. Per questo nello yoga è essenziale approfondire pratiche di connessione interiore: per ritrovare l’unione con se stessi e con l’infinito creativo, da cui la propria anima proviene.
Il 2° corpo: la mente negativa
L’anatomia yogica insegna che ci sono tre menti intellettive: la negativa, la positiva e la neutra. Di fronte a ogni situazione, la prima mente a intervenire è quella negativa. Il suo intervento è fondamentale, in quanto informa dei possibili pericoli insiti in ogni situazione. Sì tratta perciò di una mente protettiva. Ovviamente, uno squilibrio nel suo funzionamento, porta conseguenze disastrose.
Un difetto di mente negativa non fa vedere i pericoli, spingendo al rischio senza salvaguardia per se stessi. Un eccesso di mente negativa rende immobili, paurosi di tutto ciò che ci circonda, con conseguente mancanza di fiducia nei confronti della vita e delle sue opportunità. La prima risposta, di fronte a ogni proposta di chi è succube di un eccesso di mente negativa, è “no!”.
D’altro canto, quando funziona bene, la mente negativa dona una grande capacità di discernimento.
Il 3° corpo: la mente positiva
Dopo che la mente negativa ha mostrato i possibili pericoli insiti in una situazione, interviene la mente positiva, che aiuta a trovare le soluzioni per superare l’ostacolo evidenziato dalla mente negativa.
La mente positiva è quindi utilissima per uscire dall’impasse in cui si rimarrebbe se si avesse solo una mente negativa. La mente positiva è dunque una mente risolutiva: è la mente che mostra l’alternativa, le possibili soluzioni. È la mente che induce all’azione, a fare progetti, ad assumere rischi calcolati.
Ovviamente anche un suo malfunzionamento è deleterio. Se funziona poco non è sufficientemente forte per bilanciare gli input mandati dalla mente negativa e può indurre a pensare “non ce la farò mai!”, “non avrò mai l’opportunità di…”, “non oso!”; se funziona troppo può spingere all’azione senza aver ben ponderato i rischi o valutato le possibili soluzioni, oppure può indurre ad assumere più impegni di quelli che si possono realisticamente mantenere. Quando funziona bene, questa mente riesce a far vedere persino la più piccola luce nelle situazioni più disperate. Può essere l’appiglio per uscire da una fase di abbassamento energetico o di depressione lieve, in quanto con la sua capacità di produrre pensieri e progetti, aiuta la mente a distrarsi e a non soffermarsi sul dolore, la sofferenza o il disagio che può provare in certe situazioni.
Il 4° corpo: la mente neutra
Dopo che le menti negativa e positiva hanno mostrato tutti gli aspetti di una determinata situazione – siamo ancora nella tensione degli opposti – la mente neutra, grazie alla sua natura, fa vedere la realtà per quello che è. La mente neutra dà la visione di ciò che è reale, ponendoci al di fuori della tensione degli opposti. Un corretto funzionamento della mente neutra, dunque, consente di prendere le decisioni giuste, venendo queste da uno stato di equilibrio e non di dualità. Rende chiara la mente valutando qui e ora le situazioni in cui ci si trova. Produce sensibilità e capacità di allerta; consente di vedere il divino in ogni cosa: è la dimensione del cuore e della compassione. Una mente neutra che funziona male può portare al cinismo – dovuto a una visione priva di compassione – a rimanere immersi nelle polarità e nell’incapacità di prendere decisioni.
Il 5° corpo: il corpo fisico
Il corpo fisico è il tempio dell’anima e, in quanto tale, deve essere in “equilibrio”.
È la sede di tutte le esperienze, sia spirituali che materiali. Il corpo, quindi, è l’unico mezzo per mettere in comunicazione il proprio spazio finito con l’Infinito.
Inoltre, se il corpo fisico è bilanciato, cioè se si dedica il giusto tempo a ogni attività (se stessi, la famiglia, il lavoro, gli amici), allora si sarà in grado anche di dedicare del tempo alla comunità o a qualche amico/a, perché non ci si sente sovraccarichi e si è fisicamente in grado di farlo. Ci si potrà occupare degli altri in modo autentico e sereno, senza snaturarsi o deperire fisicamente ed emotivamente.
Il 6° corpo: la linea d’arco
Questo corpo energetico si manifesta come un’aureola che va da un lobo all’altro delle orecchie e, per le donne, anche da un capezzolo all’altro (questa seconda linea d’arco delle donne serve a proteggere il bambino durante i suoi primi tre anni di vita).
È il nucleo della propria aura, che protegge il pensiero, lo proietta all’esterno e rappresenta la capacità di avere influenza sulla propria vita. La principale qualità che veicola questo corpo è infatti l’integrità e l’originalità.
santi, che sono sempre raffigurati con la linea d’arco evidenziata in oro, sono del tutto originali e integri nel loro essere e nel loro pensare. Altre qualità che la linea d’arco può manifestare sono la giustizia, la proiezione e la protezione. Se questo corpo è sbilanciato, si è soggetti alle influenze esterne, la vita non sarà mai come la si desidera in quanto non si è capaci di influenzarla, si rischia di prendere decisioni sbagliate, ci si sente deboli e in balia del mondo esterno. La passione alla quale si rischia di essere più soggetti in tale stato è l’attaccamento a tutto ciò che può dare sicurezza, visto che questa qualità non alberga in sé. Inoltre ci si può sentire sospettosi, in quanto tutto viene visto attraverso un’attitudine di chiusura, attraverso la paura. Sì ha scarsa capacità di giudizio, in quanto non si è sostenuti dal proprio intuito.
Il 7° corpo: l’aura
È il campo elettromagnetico che ci circonda, è l’involucro che ci protegge, per questo è fondamentale che (anche) questo corpo funzioni bene. Se non funzionasse correttamente, infatti, non si avrebbe la necessaria protezione nella vita, saremmo fragili, influenzabili e poco sicuri. L’incapacità di sostenersi potrebbe portare a una repulsione verso la crescita spirituale.
Si può arrivare a una perdita profonda di autostima e a una sorta di estraniazione dal resto del mondo, che può sfociare in rabbia, depressione o paranoia.
Quando l’aura funziona bene invece, si ha grande energia e ci si sente completamente centrati. Questo porta a un forte senso di integrazione sociale, in quanto si è capaci di mantenere intatta la propria identità anche all’interno di grandi gruppi, di allontanare possibili energie negative e mantenere la propria armonia interiore.
L’8° corpo: il corpo pranico
Il prana è l’energia vitale, il soffio di vita che negli esseri viventi viene veicolato dal respiro. È ciò che tiene in vita e il proprio guaritore personale, perché un suo corretto flusso all’interno del corpo garantisce salute fisica, mentale e spirituale. Il prana è ogni forma di energia che, nella vita terrena, consente di rigenerarsi e riattivare le proprie riserve energetiche.
Può essere assimilato in diversi modi: mangiando, bevendo, guadagnando denaro, esponendosi al sole, ricevendo un massaggio e, soprattutto, ispirando. Oltre al prana – l’energia che entra – è necessario lasciare uscire le energie di scarto, dette apana, attraverso l’espirazione o ogni altra forma di eliminazione fisica e/o emotiva. L’equilibrio tra prana e apana è fondamentale per la salute. Il corpo pranico si forma alla nascita, durante il primo respiro di vita, e lascia il corpo fisico nel momento della morte, estinguendosi nei successivi tre giorni. Se il corpo pranico non funziona bene, non si hanno le energie per sostenere la vita, le proprie azioni, sentimenti e progetti, ci possono essere debolezza a livello fisico e mancanza di fiducia nelle proprie forze a livello emotivo, frustrazione e mancanza di capacità nel raggiungimento dei propri obiettivi. Una scarsa energia vitale può anche portare con sé la paura della morte.
Il 9° corpo: il corpo sottile
Noto come “l’uovo cosmico”, è l’involucro che avvolge l’anima, proprio come la buccia di un uovo. Il corpo sottile consente all’anima di avere una sua identità e di distinguersi dall’Infinito da cui proviene.
Il corpo sottile dunque, come l’anima, sopravvive alla morte del corpo fisico e, dopo aver condotto l’anima all’interno del corpo e averla accompagnata durante tutta la vita, la riporta infine al suo luogo di origine. Nel ritorno all’Infinito, però, il corpo sottile avrà immagazzinato al suo interno il ricordo di tutte le relazioni che l’anima ha avuto durante la vita terrena: il corpo sottile è dunque la memoria delle proprie relazioni e delle esperienze che queste hanno portato con sé.
Il corpo sottile consente di avere una visione, appunto, “sottile” e raffinata dell’esistenza: vedere oltre il grossolano, leggere oltre e attraverso parole, situazioni ed eventi. Svelando il mistero insito nella realtà, il suo corretto funzionamento dona pazienza e calma: vedendo il gioco dell’Universo, si può accettare e scegliere di giocare la propria parte con serenità, lasciando che le cose giungano al tempo opportuno.
Il 10° corpo: il corpo radiante
È il corpo che permette di avere un impatto sulla realtà: la capacità di manifestare ciò che si desidera. Si può immaginare il decimo corpo come il proprio intero essere circondato da una gloriosa sfera radiante di luce, che si estende per tre metri in ogni direzione; una sfera dorata, brillante e impenetrabile che protegge dalle negatività.
Quando il decimo corpo è forte, si proietta regalità e grazia: ci si muove in modo aggraziato, ci si veste in maniera curata, si tende a contornarsi da un ambiente armonico e bello, le proprie maniere esprimono nobiltà, si esercita una presenza magnetica, che è ciò che Yogi Bhajan chiama, appunto, “impatto”.
Quando il decimo corpo funziona bene si mette il cento per cento in tutto ciò che si fa: si ha il coraggio di dare e tutto il proprio essere spinge le azioni che si compiono; per questo, la qualità che il decimo corpo regala è il coraggio. Se il corpo radiante non funziona bene, si può sentire debolezza nel sistema nervoso: vivere nell’attesa che qualcuno faccia le cose per te, poiché non ci si sente in grado di farle, oppure si fa una fatica enorme per realizzare qualcosa, poiché si è priva di impatto.
L’11° corpo: il corpo virtuale
L’undicesimo corpo non è né un corpo fisico né un corpo energetico come i dieci corpi descritti finora. Per undicesimo corpo si intende l’equilibrio, o lo squilibrio, dei dieci corpi precedenti. Se c’è equilibrio nei dieci corpi, si è nel “flusso”: l’energia fluisce liberamente nella propria vita e si avrà sempre ciò di cui si ha bisogno; si è all’interno del disegno divino e si può realizzare il proprio destino.
Quando l’undicesimo corpo non funziona bene e non ci si sente nel “flusso”, si vive nello stato di dualità perenne e nella sensazione di separazione dall’Infinito. La connessione al Sé superiore è inesistente e per questo non si è connessi alla propria identità autentica, l’anima, ma invece al proprio ego disfunzionale, la personalità avvinghiata agli attaccamenti. È facile cadere nel vittimismo o nel fanatismo, si sente di essere nel caos, senza una guida, una direzione, senza il contatto con la propria guida interiore. Non si riesce a raggiungere ciò di cui si ha bisogno e la vita diventa un peso insopportabile.
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