8 maggio 2013
FEDERAL DISTRICT _ È un insegnante. È un uomo potente.
Famoso in tutto il mondo, Guru Dev Singh trascorre metà della sua vita da un paese all’altro dedicando il proprio tempo e il proprio spazio all’insegnamento del Sat Nam Rasayan, l’arte della guarigione attraverso l’intenzione. Una conoscenza che Yogi Bhajan ha trasmesso e affidato a lui perché la diffondesse, cosa che continua a fare a 65 anni.
È anche messicano e uno dei pionieri del Kundalini Yoga in Messico.
Ha iniziato a praticare lo yoga Kundalini quando aveva 21 anni e come tante persone che hanno incrociato Yogi Bhajan sulla loro strada, questi gli ha cambiato la vita. Oggi ha 65 anni, vive principalmente in Italia ma fa workshop in Europa e in America, conduce sessioni di maratona di meditazione in India e altrove.
Ha visitato il Messico il mese scorso e durante il suo soggiorno COMPASSION TIMES ha rilasciato un’intervista sui suoi inizi e sugli inizi del Kundalini Yoga in questo paese.
Questa è la trascrizione della sua storia:
“La differenza fondamentale tra le persone che hanno iniziato (a praticare Kundalini Yoga in Messico) e le persone che lo stanno facendo ora, è che per voi Yogi Bhajan sembra un mito, mentre per noi è una persona reale. Cosa che è un vantaggio e uno svantaggio.
Il vantaggio per voi è che non vi concentrate sull’esistenza di una personalità così carismatica come era Yogi Bhajan e inoltre vi state relazionando con gli insegnamenti come fonte di cambiamento e conoscenza.
Il problema invece è che gli insegnanti vi stanno dando una visione un po’ superstiziosa dell’esistenza di Yogi Bhajan e dovete stare attenti.
Yogi Bhajan era essenzialmente un uomo. Non bisogna metterlo sull’altare o accedergli una candela, era un uomo. Un uomo che attraverso la disciplina ha raggiunto un processo intuitivo che chiamiamo mente proiettiva meditativa (projective meditative mind) e ciò che volle sviluppare fu la comprensione di come il rapporto tra i meridiani dell’esistenza, (…) che ci sia una persona in questo momento è determinato dalla condizione astrologica e questo dà una direzione alla sua esistenza e questa direzione può essere modificata attraverso la pratica del Kundalini Yoga. E il Kundalini Yoga è il metodo più efficiente, più veloce e più sicuro di cambiamento (di detta direzione). Questo è ciò che ha fatto Yogi Bhajan.
Lo svantaggio per noi vecchi, dinosauri di una storia senza fine, è che non abbiamo mai capito Yogi Bhajan e chi dice di averlo capito sta mentendo. Abbiamo appreso una certa quantità di tecnologia e ci siamo appesi a Yogi Bhajan. Quelli che gli erano vicini, erano appesi a Yogi Bhajan pensando che il fatto di stargli accanto gli desse di pe sé una certa autorevolezza, qualche diritto speciale, e non è vero. Tutto quello che ha fatto Yogi Bhajan è stato offrire un insegnamento, il quale purtroppo è stato messo in ombra dalla sua personalità, perché era incredibilmente carismatico; inoltre, il modo in cui aveva sviluppato questo stato intuitivo, con il parlare in un certo modo e agire in un certo senso, aveva un effetto trascendente, ma era un essere umano. Bisognava sempre guardarlo come essere umano e come maestro. Cosa significa essere un maestro?
COMPASSION TIMES: Che dovevi obbedirgli.
No, ti sbagli. Il problema non è obbedire a lui. Il problema è che capisci come si sta svolgendo il tuo processo a determinati livelli e in certi meridiani e che devi risolvere qualcosa per svegliarti. Cioè, tu, per Yogi Bhajan, sei sempre perfetto e quello era il suo insegnamento. Ovvero, non vi è alcun processo per farti essere migliore. Questo yoga non è uno yoga lineare, anche se alcune delle super scuole di Kundalini Yoga cercano di fare un concetto lineare dell’evoluzione di una persona, ma non è così. Per Yogi Bhajan tu sei perfetto, l’unico problema è che sei distratto, e poi arriva il Kundalini Yoga e ti dice di fare qualcosa e la distrazione scompare, ma non è che diventerai migliore, perché sei già perfetto ora. L’unico problema è che non sai di essere perfetto o non vuoi riconoscerlo o sei completamente nevrotico e non puoi nemmeno pensare se sei è perfetto o no, allora quello che fai è prendere (…), utilizza il Kundalini Yoga per smettere di distrarti.
Ora un maestro è qualcuno che userà il tempo e lo spazio per il risveglio dell’altro, così che l’altro smetta di essere distratto, e questa è l’unica cosa che fa la differenza, nient’altro. Se tu fossi seduto accanto a Yogi Bhajan, cosa faresti? Mangeresti o applaudiresti, no? Perché? Perché lui non ha mai iniziato nessuno. Tutta questa tiritera che “io sono un insegnante diretto di Yogi Bhajan” è solo una menata, perché implica che solo per il fatto di essere stato seduto accanto a Yogi Bhajan avresti un qualche stato iniziatico. Non lo dicono apertamente, ma se uno dice, “Sono un insegnante e la mia esperienza viene dal fatto che ero un discepolo diretto…”, lascia stare, perché quando eri un discepolo diretto, ciò che quell’uomo diceva non riuscivi a capirlo, parlava in una dimensione che avresti potuto capire solo attraverso il tuo processo meditativo. Sì, improvvisamente ascolto una lezione di Yogi Bhajan in cui ero seduto lì con le orecchie puntate come un coniglio sull’autostrada Messico-Acapulco e non ho capito niente, niente. È stato quando ho visto il nastro e quando la mia mente meditativa si era già sviluppata… Sì, ero seduto lì e non capivo nulla di quello che stava dicendo in quel momento e forse ora capisco un po’ di più, ma non perché lui fosse un angelo o qualcosa del genere, no, stava semplicemente esprimendo ciò che la sua mente meditativa gli mostrava e lo stava facendo con compassione, cioè, non lo stava facendo per se stesso ma stava estendendo il suo ego ad altre persone.
CT: Qual è il vantaggio che hanno gli insegnanti di adesso che non sono direttamente collegati a lui?
Di essere in relazione con gli insegnamenti, perché l’unica cosa importante di Yogi Bhajan alla fine dei conti era il suo insegnamento. Ho vissuto con lui, anni, insieme a lui. Negli ultimi due anni ho vissuto 16 ore con lui, l’ho curato, io e anche questa bionda qui (e indica a Mahan Kirn Kaur che è seduta a pochi metri da noi). Ma non so nulla della sua vita privata, non mi ha mai lasciato sbirciare nella sua vita privata, niente. Non ho avuto vita sociale con lui. Tutto era molto semplice, lui era il mio maestro e io ero un suo studente. Io studiavo e lui insegnava e quando si è indebolito, l’ho curato ed è rimasto il mio maestro, nient’altro che un maestro che stava sdraiato.
Avevo un ristorante nella colonia Florida, ero interessato allo yoga ma avevo studiato la medicina tradizionale messicana e un giorno ero con il mio amico Bernardo e mi disse, “Sai che ha aperto una scuola di Kundalini Yoga?”. E siccome ero uno snob gli ho detto, “Kundalini Yoga… Hmmm… Sì, ho letto qualcosa a riguardo, andiamo a vedere cos’è”, e c’era il grande Babaji, Babaji Singh… *ttana ci ha torturato… Amava la tortura… Ci mise sotto torchio, non ho potuto abbracciare nessuna delle mie ragazze per 15 giorni perché avevo le braccia così… Loro mi dicevano, “Che problema hai?” – “Abbracciami, ma non chiedermi di abbracciarti”. Ma (con la pratica) è successo qualcosa di molto interessante, in una settimana di pratica di Kundalini Yoga il mio livello di paranoia si è ridotto al minimo. Ecco perché ho imparato lo yoga. Non ho imparato lo yoga per questioni spirituali, perché in buona sostanza ero molto più coinvolto dalla religione messicana che, a suo modo, in quel momento poteva offrimi molto di più della scuola di Kundalini Yoga, ma questo mi ha tolto la paranoia ed erano 20 anni che cercavo di trovare un modo per abbassare il mio livello di angoscia e ora… È per questo che ho imparato il Kundalini. Non ero interessato a Yogi Bhajan perché avevo incontrato tutte queste persone potenti, persone sagge, e il mio maestro era un essere umano straordinario, perciò quando mi parlavano di Yogi Bhajan (simula uno sbadiglio) entravo in letargo. Inoltre immagina ciò che i messicani potevano dire di un insegnante indù… Non puoi… Se lo contendevano tra Kalimàn e Yogananda. Quando in realtà lui era un essere che aveva sviluppato il processo intuitivo. Era un essere molto devoto, tutto quello che vuoi, ma il suo obiettivo fondamentale era risolvere i meridiani dell’era dell’acquario e questo è ciò che ha fatto.
Poi un giorno finalmente l’ho incontrato. Non ero molto interessato a lui, davvero. Ma quando l’ho visto, ho detto “Accidenti, questo qui è un pezzo grosso!”. Aveva l’aura più potente che ho visto in vita mia, quindi mi sono detto “no, ora, devo… ho intenzione di… no, devo conquistarlo, altrimenti non mi insegnerà nulla”. E poi sono andato, sono arrivato da lui e gli ho detto, “Ascolti, ho bisogno di essere alunn… ho bisogno di un maestro perché è la mia prima volta che sono senza maestro” e lui mi ha detto, “Non ho discepoli come te, tu fai questo, fai questo e fai quell’altro, quindi per favore abbassa il volume… Fuori!”.
CT: E si riferiva al fatto che praticavi lo sciamanesimo o a cosa?
Non sono mai stato uno sciamano. Per me, gli sciamani sono una fesseria. Nella scuola messicana ci sono due cose: gli sciamani e le scuole di potere. Il mio maestro era un uomo di potere, non uno sciamano. Essere sciamani implica l’osservazione della divinità fuori di te e la sua canalizzazione, mentre l’uomo di potere riconosce l’autorealizzazione di se stesso come essere divino e quindi insomma, nella tradizione messicana molti hanno il potere di curare e il potere camminare e, se già si è molto sofisticati, il potere di volare, ma questi poteri sono effetti secondari di uno stato di coscienza e di un’immersione nell’esistenza. Ma gli sciamani no, gli sciamani sono sempre determinati dalla divinità che è al di fuori di loro e che è l’albero, è l’aquila, è la pietra, è la montagna. Ora non significa che gli uomini di potere non riconoscano le entità identitarie degli oggetti ma non le canalizzano, le riconoscono soltanto. Mi trovavo in questa situazione e all’improvvisamente vedo Yogi Bhajan così e mi manda via e mi sento così tanto depresso, penso di non essermi mai sentito così depresso neanche quando le mie ragazze mi lasciavano. E poi improvvisamente mi sono detto, “Va bene, questo è quanto”. Ero lì seduto in attesa del tantra e passo per di là e sento Yogi Bhajan che dice, “Insegnagli tutto quello che sai, perché sarà un grande maestro”, e quindi, ovviamente, ho riacquistato il mio ego e ho iniziato a studiare con lui, e lui realmente ha cominciato a essere molto, a darmi molta attenzione, che forse ne avevo bisogno in quel momento e un giorno mi disse, “Vieni a vivere in Nuovo Messico con me”. Ho trascorso alcuni mesi con lui ed è stato allora che ho iniziato il processo di apprendimento del Sat Nam Rasayan.
CT: Quando ti ha mandato in Italia?
Avevo sviluppato il Sat Nam Rasayan e c’era un grande movimento in Italia, che era stato messo su da uno psicologo, ma per una serie di motivi personali questo psicologo si sentiva un po’ debole socialmente in quella situazione, con gli insegnamenti di Yogi Bhajan, con il gruppo di Yogi Bhajan, e si dissociò e si portò via tutti gli studenti. Ma prima che accadesse credo che Yogi Bhajan avesse capito che qualcosa di simile sarebbe successo, e mi ha mandato in Italia. E io facevo parte del problema, perché improvvisamente arrivò loro una dimensione di insegnamento che non possedevano e che non potevano gestire. Poi un giorno rinunciarono, portarono via tutti gli studenti, crearono una cosa strana e, beh, io ero in Italia e ho iniziato a lavorare, a insegnare e da qui discende tutto lo sviluppo della scuola di Sat Nam Rasayan in Europa. Venne Ambrosio e collaborò con me, Armand in Francia, altri in Germania iniziarono a praticare il Sat Nam Rasayan, poi vennero Jai e sua moglie mandati da Yogi Bhajan ad Amsterdam e c’era Guru Jagat ad Amsterdam e insieme hanno iniziato a creare questo movimento, che è abbastanza grande in Europa.
CT: E fin dall’inizio in Messico la scuola di Babaji era l’unica?
Sì, Babaji è stato colui che ha iniziato tutto qui, ma Babaji aveva un carattere forte e non aveva peli sulla lingua, quindi non era un buon politico. Si creava un sacco di amici e nemici, ma essenzialmente ciò che non è stato riconosciuto è che lui fu l’iniziatore e fu un iniziatore integro, vale a dire che gli insegnamenti che dava erano gli insegnamenti originale di Yogi Bhajan. Poi si ammalò e in qualche modo permise ad altre persone di farsi una certa posizione. Ma per me è sempre stato l’iniziatore e la linea diretta di Yogi Bhajan. Beh, dopo accadde che si è ammalò molto, c’erano altri studenti che si sono fatti avanti e hanno acquistato una posizione, ma io mai veramente, ero già fuori dal Messico, e non ho mai davvero avuto relazioni con loro. Vale a dire con Ravi Kaur, Arjan Kaur e Gian Kaur e Gian Singh, che erano come compagni ma erano un po’ più piccoli, erano più giovani, e con chiunque seguì.
CT: Allora avevi 20 anni quando hai fatto la tua prima lezione di Kundalini Yoga.
Ventuno.
CT: E hai incontrato Yogi Bhajan?
Quando avevo 26-27 anni.
CT: È venuto qui?
Sì, beh, l’ho incontrato lì. Mi avevano già mandato via dall’ashram.
CT: Oh, allora hai vissuto nell’ashram?
No, mai vissuto nell’ashram e non ho mai vissuto in nessun ashram, cosa che dipese da Yogi Bhajan, perché quando, siccome avevo una vita un po’ dissoluta, volevano che andassi a vivere nell’ashram, gli dicevano all’orecchio, “Digli di venire a vivere all’ashram” e Yogi Bhajan diceva, “No, lui mai, non deve vivere nell’ashram. Verrà il momento in cui viaggerà in tutto il mondo e dove si siederà ci sarà l’ashram, perché la gente verrà a chiedergli l’insegnamento” e così, caro mio, mi ha fregato, perché passo la vita su un aereo.
Un giorno venne e mi disse, il suo cuore era già malato, e mi disse, “Vieni a Los Angeles a vivere con me, per starmi vicino e potermi curare”, così ho caricato tutto quello che avevo e venduto tutto quello che mi avanzava e andai a Los Angeles, e quando ero a Los Angeles lui si trasferì in New Mexico, così andai in New Mexico per vedere come avrei fatto a vivere negli Stati Uniti. Allora mi disse, “No, no, no, vedi, tu non puoi vivere negli Stati Uniti perché morirai, non c’è acqua, non c’è aria, vai a Roma”, e fu allora che andai a Roma. Gli dissi, “Perché Roma? Voglio dire, sono messicano, i messicani non vanno in Europa”. “No”, mi disse, “perché tutti quelli che hanno conquistato Roma hanno conquistato il mondo”, e questa è stata l’unica frase che mi ha detto. Poi, circa tre mesi dopo, mi mandarono via dal lavoro che avevo a Roma e non è che potevo tornare da Yogi Bhajan e dire, “Mi hanno già fatto fuori, torno a casa mia…”, così sono rimasto.
CT: E che lavoro era?
Un lavoro in un centro di terapie yogiche. Però era di quello psicologo, il quale entrò in conflitto con me e mi mandò via. Avevo una casa, bambini, un’auto e fame… Così ho iniziato a lavorare seriamente.
[Fonte: http://kundaliniyoga.com.mx/archivos/6353]
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